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mercoledì 16 settembre 2009

LO SCUDO FISCALE 2009

E’ partito ieri la nuova edizione (la terza) del cosiddetto scudo fiscale e sino al 15 aprile 2010 sarà possibile regolarizzare le attività finanziarie e patrimoniali detenute illegalmente fuori dallo Stato italiano.

Sul sito dell’Agenzia delle Entrate è disponibile il modello da utilizzare per l’adesione, «dichiarazione riservata delle attività oggetto di rimpatrio o di regolarizzazione». In tempi brevi seguirà una circolare che specificherà dettagli e procedure dello scudo.

Secondo le prime stime, le somme che verranno sanate a livello nazionale saranno prevedibilmente comprese tra i 60 e i 90 miliardi di euro. Una cifra in grado di produrre entrate fiscali tra i 3 e i 4,5 miliardi.

LE CARATTERISTICHE DELLO SCUDO FISCALE

QUANTO SI PAGA PER “REGOLARIZZARE”

Si presume che i capitali o le altre attività detenuti all’estero abbiano un rendimento del 2% all’anno, per un periodo comunque fissato in cinque anni. Su questo rendimento viene stabilito un prelievo di “imposta straordinaria” del 50%, dunque di fatto dell’1 per cento del capitale per ciascun anno, dato che la permanenza all’estero è presunta per cinque anni, l’imposta è fissata al 5%. Nel modulo non è prevista alcuna casella che consenta di indicare un periodo inferiore di deposito illegale all’estero dei capitali.

CHI PUO’ PRESENTARE LO SCUDO FISCALE

Potranno avvalersi dello scudo persone fisiche, enti non commerciali, società semplici che detengono all’estero attività finanziarie o patrimoniali da una data non successiva al 31.12.2008.

QUALI DATI SERVONO PER LO SCUDO FISCALE

Nella dichiarazione riservata dovranno essere riportati i dati del dichiarante e del suo rappresentante, i dati dell’intermediario finanziario e l’attestazione di avvenuta presentazione del modello. Saranno specificate nel dettaglio le attività rimpatriate e/o regolarizzate di qualsiasi natura: denaro, gioielli, opere d’arte, yacht, altre attività finanziarie, immobili e diritti immobiliari, ecc.

Quali sono i vantaggi dello scudo fiscale

Chi aderisce allo scudo si mette al riparo da accertamenti tributari e contributivi relativamente alle attività oggetto di rimpatrio o regolarizzazione.

Non c’è sanatoria degli eventuali reati commessi, salvo quello di omessa o infedele dichiarazione.

L’adesione allo scudo non potrà essere usata a sfavore del contribuente in sede giudiziaria o amministrativa: cioè da sola non potrà aggravare la sua posizione in un procedimento.