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lunedì 5 settembre 2011

Novità per le perdite fiscali delle società di capitali introdotta dalla Manovra correttiva: Stop ai limiti temporali e avvio a quelli quantitativi

La perdita si può sempre riportare, ma ogni anno è possibile compensarla fino all’80% del reddito realizzato. Questa la nuova disciplina delle perdite fiscali delle società di capitali ( non riguarda quindi né le società di persone né le imprese individuali), che probabilmente sarà applicabile a partire dalle perdite generatesi nel 2011.
L’impatto fiscale è rilevante, dato che dal prossimo anno tutte le società che realizzano un reddito imponibile dovranno versare l’Ires. Infatti, anche se è disponibile una perdita, questa non potrà azzerare completamente il reddito, che resterà imponibile per almeno il 20%. In questo modo l’Erario si assicura un’entrata minima costante e, non essendo più previsto un limite temporale, il contribuente potrà sempre recuperare la perdita.
Prima delle modifiche introdotte con la manovra, la società di capitali che conseguiva una perdita, poteva portarla in diminuzione dal reddito complessivo realizzato negli esercizi successivi, ma non oltre il quinto, e per l’intero importo che trovava capienza.

Ora invece il riporto delle perdite è diventato limitato da un punto di vista quantitativo ed illimitato da un punto di vista temporale. Le perdite, infatti, sono riportabili senza limiti di tempo ma nella misura massima dell’80% del reddito imponibile dichiarato. Il restante 20% verrà tassato e l’eventuale eccedenza della perdita potrà essere portata in compensazione nei futuri esercizi.
Continuano, invece, ad essere riportabili senza alcun limite le perdite realizzate nei primi tre periodi d’imposta dalla data di costituzione della società.

Per uniformare la disciplina italiana a quella europea è stato eliminato il limite temporale di 5 anni per il riporto delle perdite fiscali, quindi d’ora in poi la perdita è riportabile senza limiti di tempo. La novità si inserisce perfettamente nell’attuale contesto economico, infatti, in una fase recessiva come quella di oggi, dove sono molte le società che hanno perdite fiscali, se quest’ultime venissero sottoposte al limite temporale di 5 anni, rischierebbero di non essere mai recuperate.